Zoek op kunstenaar
Sluit

De Stijl e la figurazione. Una mostra in Olanda

Museum Villa Mondriaan, Winterswijk – fino al 24 settembre 2017. Nell’ambito delle celebrazioni del centenario della nascita del movimento che rivoluzionò l’arte europea, la cittadina dove Piet Mondrian mosse i suoi primi passi nella pittura dedica una mostra alla fase figurativa degli esponenti del movimento.

Piet Mondriaan, Arbres sur le fleuve Gein, 1905 06 ca. Collezione Simonis & Buunk, Ede

Pur profondamente innovativi nella storia dell’arte, gli esponenti di De Stijl si formarono nel clima pittorico della figurazione europea del tardo Ottocento e del primo Novecento, sospesi fra maestri consolidati come van Gogh e Cézanne, e le prime avvisaglie dell’avanguardia Cubista. Lo stesso Mondrian conobbe una prima fase legata al naturalismo accademico, seguita dalla frequentazione del tardo Impressionismo, sulla scorta di Cézanne che aveva avviato una prima scomposizione geometrica delle figure. Una più marcata scomposizione geometrica fu al centro della figurazione di César Domela, le cui atmosfere si avvicinano alla metafisica di de Chirico, mentre Theo van Doesburg e Vilmos Huszár avviarono il loro percorso artistico prendendo a modello l’Espressionismo. Soggetto principale, la placida, appena malinconica campagna olandese, con i suoi toni scuri; più rari i ritratti, e quasi sempre confinati in ambito familiare.

IL DEMONE DELLA MODERNITÀ

La pittura accademica stava segnando il passo, l’Europa tutta era preda del “demone della Modernità”, e anche in Olanda giungevano le avvisaglie delle avanguardie artistiche: van Doesburg e Huszár furono i primi ad avvicinarsi al Cubismo, come reazione alla staticità della pittura accademica olandese. Una prima rottura, prima del definitivo distacco che avverrà nel 1917, con la nascita di De Stijl.

Se per alcuni, come Mondrian, il figurativo fu soltanto una fase di formazione prima del nuovo scenario, artisti come van der Leck, Domela e Huszár non abbandonarono questa pittura, anzi il primo lasciò il movimento nel 1918, dopo le critiche mossegli da van Doesburg che lo accusava di essere ancora troppo legato alla rappresentazione della realtà. Invece, pur non lasciando De Stijl, Domela e Huszár intervallarono sempre nella loro carriera fasi di astrattismo ad altre di figurazione, come si comprende osservando la datazione delle opere esposte.

La mostra, piccola ma esauriente, è occasione per conoscere gli inizi pittorici di artisti che avrebbero poi battuto strade radicalmente nuove, così come per capire le diverse sensibilità verso l’avanguardia, dai puristi come Mondrian, ad altri che invece sentirono comunque il bisogno di mantenere un legame con la realtà figurativa.